Mondo greco-romano antico Modifica In Grecia fu Erodoto a coniare il termine «mago» per indicare un sacerdote di una tribù della Persia antica. Dal IV secolo a.C. il vocabolo mageia cominciò ad essere utilizzato per indicare un insieme di dottrine nate dalla commistione di tradizioni arcaiche e le pratiche rituali ereditate dai Persiani. Fu comunque nella koinè culturale ellenistica che ebbe luogo quella fusione dei riti magici con elementi astrologici e alchimistici, che sarà alla base di tutta la speculazione magica dei secoli successivi. Nell'Odissea incontriamo il personaggio della dea Circe, in séguito travisato come «maga Circe», dato che nel mondo omerico e fino alla prima metà del V secolo a.C. non esiste per i Greci il concetto di magia, ma solo di prodigio inteso come intervento divino. Nella tarda antichità troviamo numerose testimonianze riguardo a rituali di teurgia la cui provenienza è spesso attribuita, dagli stessi teurghi, all'antico Egitto. Verso il III - IV secolo della nostra era compaiono anche trattazioni filosofiche a favore di tale pratica, in particolare per opera del filosofo neoplatonico Giamblico.